Lʼipertensione arteriosa è il principale fattore di rischio per lo sviluppo di patologia cardio e cerebrovascolare. I rischi correlati all’ipertensione aumentano progressivamente con il crescere dellʼetà: è stato calcolato che nella popolazione ipertesa tra i 45 ed i 74 anni la mortalità per cardiopatia ischemica, ictus e/o scompenso cardiaco aumenti di circa 3-4 volte per decade. In era Covid-19, si è visto anche – con tragica chiarezza – come i pazienti ipertesi, ipercolesterolemici, obesi e/o diabetici avessero una prognosi peggiore rispetto agli altri. Tuttavia, è anche emerso – con altrettanta chiarezza – come il corretto controllo della pressione arteriosa, della glicemia e/o della colesterolemia, soprattutto se operato mediante le statine, fosse in grado di ridurre la severità del COVID-19 e, pertanto, la mortalità ad essa conseguente. È emerso altresì come l’eccesso di mortalità legato alla pandemia, in realtà, fosse spesso, in almeno un terzo dei casi, legato al mancato controllo pressorio, glicemico e/o lipidemico. Trattare i fattori di rischio cardiovascolari è sinonimo di prevenzione delle conseguenze gravi del COVID-19.
Malgrado quanto sopra e le numerose campagne di disease awareness, l’ipertensione arteriosa rimane una condizione ancora “sommersa”, rispetto alla quale il medico di medicina generale ed il farmacista potrebbero giocare un ruolo cruciale. Ciò sia nell’emersione dei casi non trattati, sia nel miglioramento dell’aderenza alla terapia attraverso counseling e relazione curante-curato.
Stimolare il farmacista a indagare i livelli pressori dei pazienti a rischio e il medico a diagnosticare con tempestività l’ipertensione, formarli costantemente sulle più mirate opzioni di cura sulla base di dati solidi e clinicamente rilevanti è l’obiettivo di questo corso di formazione strutturato su diagnosi precoce, rischio e protezione cardiovascolare, counseling e miglioramento della compliance.