La tromboembolia venosa è il processo patologico costituito dalla trombosi venosa profonda (TVP) e dalla sua più temibile complicanza, l’embolia polmonare (EP). Si tratta di una causa importante di morbilità e mortalità: è la terza più comune patologia cardiovascolare dopo l’infarto del miocardio e l’ictus ischemico, con una incidenza per la TVP di 150/100.000 casi all’anno, che sale a 5-25/1.000 nella fascia d’età 70-80 anni, e per la complicanza embolica polmonare di 60-70/100.000 casi all’anno. La trombosi venosa profonda e l’embolia polmonare sono condizioni potenzialmente gravi e anche letali: la mortalità a 30 giorni è dell’ordine del 6% circa nei pazienti con TVP e del 12% circa nei pazienti con EP.
Negli ultimi anni l’interesse verso questa patologia è cresciuto ulteriormente grazie all’introduzione dei nuovi farmaci anticoagulanti orali (NAO), che ha cambiato radicalmente la gestione del paziente tromboembolico, dall’approccio diagnostico alla fase ospedaliera e domiciliare fino al successivo follow up. I NAO rappresentano dunque una nuova arma per il trattamento delle malattie tromboemboliche, in grado di offrire a medici e pazienti un miglioramento in termini di efficacia, di tollerabilità e di maneggevolezza rispetto alle terapie tradizionali.