Si stima che 59 milioni di adulti in Europa siano affetti da diabete mellito, nel 90% dei casi da diabete di tipo 2 (T2DM), di cui circa il 40% svilupperà nefropatia diabetica. Le relazioni tra diabete e rene sono quindi quanto mai importanti e meritano un’attenzione particolare sia nell’osservazione della malattia sia nella cura, che deve privilegiare farmaci efficaci nel diabete ma che assicurino anche un’azione di protezione nei confronti dei reni.
Il numero di persone che muoiono di malattie renali ogni anno è aumentato negli ultimi dieci anni e oggi è stimato tra i 5 ei 10 milioni in tutto il mondo. L'aumento di incidenza di sovrappeso e obesità – insieme agli incrementi associati di diabete di tipo 2, ipertensione e malattie cardiovascolari – ha principalmente guidato l'elevata mortalità. Pertanto, lo sviluppo di nuovi trattamenti che possono prevenire o ritardare la progressione della malattia renale cronica, nonché il trattamento del diabete di tipo 2, è un obiettivo importante.
Lo stretto controllo dei livelli di glucosio e della pressione arteriosa rallenta ma non impedisce l'insorgenza della nefropatia diabetica. L'approccio standard per ritardare l'insorgenza della nefropatia diabetica e la stabilizzazione della funzione renale è stato finora il blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone, in particolare con gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina.
Gli inibitori del sodio-glucosio cotrasportatore-2 (SGLT2) sono stati inizialmente approvati come una nuova classe di agenti ipoglicemizzanti in grado di ridurre i livelli di glucosio nel sangue nei pazienti con diabete di tipo 2 aumentando l'escrezione urinaria di glucosio attraverso l'inibizione dell'SGLT2 nel tubulo contorto prossimale, dove il glucosio viene riassorbito. Tutavia, negli ultimi 5 anni gli studi EMPA-REG OUTCOME, CANVAS e DECLARE-TIMI 58 hanno mostrato benefici cardiovascolari simili, indicando un effetto di classe degli inibitori SGLT2 che ora sono ampiamente utilizzati nei pazienti con diabete di tipo 2 sia per migliorare i livelli di emoglobina glicata sia per ridurre il rischio cardiovascolare.
Studi recenti, come il trial CREDENCE, hanno suggerito che farmaci progettati per curare il diabete possano anche conferire nefroprotezione attraverso meccanismi diversi da quelli che influenzano l'omeostasi del glucosio e tra questi farmaci gli inibitori SGLT2 sembrano essere i più promettenti.
Il diabete nel Lazio, a livello epidemiologico e a livello di best practice sarà affrontato nella lettura finale.