Di fronte a un paziente iperteso, è fondamentale che il medico imposti un piano di presa in carico globale, che tenga conto della cronicità della patologia e del rischio di comorbilità.
Soltanto una buona relazione tra medico e paziente, in un contesto di comunicazione appropriata da parte del medico che tenga conto della prospettiva e dell’agenda del paziente, può indurre il paziente ad una migliore compliance alla terapia, può aiutare il clinico a verificare la presenza di patologie concomitanti, conclamate o insorgenti, e permettergli quindi di inquadrare il paziente iperteso in uno spettro più ampio, dove anche il politrattamento viene considerato con adeguatezza.