Da un’analisi pubblicata sul British Journal of Clinical Pharmacology che ha valutato l’efficacia delle iniziative promosse dalle farmacie del Regno Unito per proteggere la salute del cuore è emerso che le competenze di un farmacista possono fare la differenza anche nella prevenzione dei disturbi cardiovascolari, agendo in modo significativo sui fattori di rischio, come ipertensione, ipercolestorelomia, diabete, obesità. Il lavoro del farmacista va ormai infatti anche in Italia ben oltre la mera consegna del medicinale essendosi nella stragrande maggioranza organizzato anche in attività extra come campagne di informazione, controlli periodici sulle medicine assunte e sull’aderenza alla terapia, misurazione della pressione, esami di glicemia, colesterolo e trigliceridi, consigli sullo stile di vita, ecc. Sempre in questo studio si è visto come i pazienti che hanno usufruito dei servizi della farmacia hanno ottenuto una serie di benefici evidenti, tra cui un abbassamento della pressione sistolica di 9,33 mmHg di media, una diminuzione dei valori dell’emoglobina glicata (HbA1C) dello 0,76 per cento e una riduzione del colesterolo “cattivo” di 16 mg/dl. Gli interventi del farmacista hanno anche aiutato i pazienti a rispettare le indicazioni del medico, aumentando così l’aderenza alla terapia.
Migliorare quindi le competenze dei farmacisti sulla gestione di patologie come ipertensione e ipercolesterolemia, principali fattori di rischio cardiovascolari, risulta una preziosa opportunità e fanno del farmacista un grande alleato del medico di medicina generale nella lotta alla prevenzione delle malattie cardiovascolari.