Il trattamento antianginoso dovrebbe essere impostato su misura per ogni paziente, tenendo conto soprattutto delle comorbilità come il diabete mellito, che si presenta in circa un terzo dei pazienti con cardiopatia ischemica cronica.
Le linee guida ESC sulla gestione della CIC riportano che angina, infarto miocardico e scompenso cardiaco tendono a presentarsi più precocemente nei pazienti diabetici, che vanno anche più frequentemente incontro a ischemia silente a causa della neuropatia diabetica autonomica. Da un punto di vista sintomatologico, i pazienti con CIC e diabete presentano un quadro anginoso più severo rispetto ai non diabetici, con attacchi di angina più frequenti, limitazioni fisiche più marcate e peggiore qualità della vita.
Nonostante l'attuale disponibilità di farmaci antianginosi, il trattamento dei pazienti con CIC e diabete rimane impegnativo anche a causa delle limitate scelte terapeutiche imposte dalla condizione diabetica. Infatti, i farmaci utilizzati devono avere un profilo metabolico positivo o quanto meno neutro, mentre per esempio alcuni beta bloccanti (soprattutto non selettivi) tendono ad avere effetti metabolici negativi, con peggioramento del controllo glicemico.
Sull'utilizzo di specifici farmaci antianginosi in questi pazienti, le linee guida ESC segnalano i dati clinici disponibili per ranolazina (più solidi ed estesi) e trimetazidina (meno ampi e consistenti), che presentano un meccanismo d'azione sull'angina indipendente da attività emodinamica e positivi effetti di riduzione dell'emoglobina glicata.