Il dolore si manifesta in circa la metà dei pazienti oncologici e fino al 90% nelle fasi più avanzate della malattia, dovuto in genere al tumore o alle sue metastasi che comprimono o infiltrano organi, ossa, terminazioni nervose, mentre meno frequentemente può essere causato dai trattamenti chemioterapici o chirurgici.
L'Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito fin dal 1996 la necessità di trattare da subito il dolore da cancro, iniziando con analgesici non oppiodi ed arrivando fino ad oppiodi forti a mano a mano che la terapia precedente perde di efficacia.
L'uso degli oppiodi è spesso frenato dal timore che questi possano dare dipendenza o dai loro possibili effetti collaterali. In realtà, se il paziente assume i farmaci con le modalità indicate dal medico, i rischi legati alla loro assunzione possono essere tenuti sotto controllo a fronte di grandi benefici nella riduzione del dolore. Gli stessi farmaci oppiodi possono essere somministrati anche tramite l’ausilio della tecnologia modulando farmacologicamente il midollo spinale.
Scopo del programma formativo è quello di porre al centro i bisogni del paziente oncologico che soffre di dolore, con anche il relativo impatto sulla sfera sensoriale, emozionale e dedicare un focus specifico alla gestione ottimale del suo trattamento con i diversi approcci attualmente disponibili.
Il progetto formativo prevede anche l’intervento di una psicologa per il miglioramento delle competenze relazionali (come empatizzare al massimo con il paziente utilizzando la modulazione della voce, il verbale, il paraverbale) e un farmacologo tossicologo esperto in dipendenze che approfondirà l’argomento dell’abuso dei farmaci oppiodi.