L’incidenza della fibrillazione atriale (FA) aumenta progressivamente con l’età e diventa fattore determinante nell’andamento sfavorevole di numerose comorbidità. Circa 7,5 milioni di soggetti in Europa sono portatori di FA, 1,1 milioni di età superiore 65 anni lo sono in Italia FA e si stima che nel 2040 in Europa vi saranno circa 14 milioni di soggetti con FA. Soggetti con diabete, insufficienza renale o scompenso cardiaco hanno un andamento più sfavorevole quando anche siano portatori di FA. In percentuale la FA compare nel 30% dei soggetti con diabete od insufficienza renale, nel 40% dei soggetti con scompenso, nel 18-47% di soggetti con malattia coronarica ed in circa 40-60% dei soggetti ipertesi La FA favorisce inoltre la insorgenza di stroke e di decadimento cognitivo. Vi è dunque assoluta indicazione a trattare adeguatamente la FA per ridurre il rischio di una evoluzione sfavorevole delle comorbilità cui consegue un incremento del rischio cardiovascolare.
Da anni la dislipidemia è considerata uno dei maggiori fattori di rischio cardiovascolare. L’aumento del colesterolo LDL in associazione al rischio specifico del paziente (da moderato a veramente alto) determina un progressivo aumento del rischio cardiovascolare e richiede, oltre che uno stile di vita adeguato, un trattamento farmacologico sempre più aggressivo nell’ottica di ridurre al massimo i valori di colesterolo LDL
Le statine rappresentano da tempo il cardine del trattamento farmacologico per ridurre i valori di colesterolo LDL La suddivisione delle statine a bassa, media od elevata intensità permette di utilizzare in modo appropriato il farmaco più efficace in base al rischio cardiovascolare del paziente Quanto più alto è il rischio cardiovascolare tanto maggiore deve essere l’intensità della statina utilizzata Per raggiungere il target ottimale di LDL talora occorre aggiungere alla statina ad alta intensità un altro principio farmacologico come la ezetimibe. La combinazione dei due farmaci permette una maggior riduzione dei livelli di colesterolo LDL ed inoltre, per migliorare la compliance terapeutica del paziente, è possibile attualmente utilizzare i farmaci suddetti in formulazione precostituita.
Il webinar si propone dunque di mettere in evidenza come situazioni cliniche apparentemente lontane coma la FA e la ipercolesterolemia possono divenire, se associate, un “unicum” di rischio cardiovascolare elevato. Il fine ultimo del convegno è dunque di dare un aggiornamento attuale e preciso sulla riduzione del rischio cardiovascolare con adeguate indicazioni terapeutiche da utilizzare efficacemente nella pratica clinica quotidiana.